venerdì 14 dicembre 2012

Antichi eclettismi

Descrivendo il tardo gotico, mi sono reso conto che sarebbe molto interessante tentare di individuare un altro tipo di arte, che si realizza anche questa alla metà del '400 e che prova a fondere, forse per necessità o per attaccamento a certe forme, elementi gotici con elementi "classici".
Fondere il gotico, massimo progresso del modo di costruire moderno (per allora) con elementi dell'antichità romana, era una bella sfida.
Significava fondere due idee di rappresentare, del tutto in antitesi tra loro e che derivano da due linee in contrasto fisico.
Il gotico dalle linee complesse, leggero e slanciato ma allo stesso tempo stabile, sarebbe dovuto andar d'accordo con nuove architetture sullo stile degli antichi, dalle linee pure e sobrie, ma spesso molto forti, quasi pesanti.
Per comprendere bene quello che a prima vista sembra un vero contrasto, può essere molto utile capire che percezione avessero di se stessi  gli uomini di quei tempi.
Un caso esamplare può essere la formazione di un uomo come Dante, che nella sua Commedia dimostra di aver ricevuto quella tipica degli antichi, specialmente nei riferimenti ai filosofi greci e al sistema tolemaico su cui si basa la geografia del suo poema. I colti dell'epoca del poeta dovevano "pensarsi" come la prosecuzione dell'antichità classica. Non esisteva infatti quella rottura che noi posteri abbiamo ideato, tra età romana ed età di mezzo.
Per loro si era trattato solo di un avvicendamento di potere e di persone, ma la cultura restava quella millenaria degli antichi, di cui i colti e gli artisti dell'umanesimo avrebbero intrapreso tra breve la riscoperta.
Il tentativo dell'arte, di fondere gli elementi gotici con quelli antichi, lo intenderei dunque come la voglia dei quattrocenteschi di creare cose alla maniera degli antichi greci e romani, ma servendosi di nuove tecniche che avevano fornito risultati eccellenti.
Mi viene in mente l'esempio della cupola del Brunelleschi, che secondo il nuovo modo costruire dell'architetto, avrebbe potuto certamente sfruttare l'arco a tutto sesto e invece per farla ancora più grandiosa venne usato l'arco a sesto acuto del gotico, che anche le dona quella particolare forma slanciata.
Scendendo invece a un livello più personale e più decorativo, un'altro esempio che ho sotto gli occhi fin da bambino e che mi ha portato a comprendere meglio questo aspetto, è quello della chiesa della Cittadella a Piombino, che in pochissimi conosceranno, fatta eccezione per i piombinesi e gli appassionati.
Si tratta di un'antica chiesetta che faceva parte del palazzo dei principi Appiani, di cui resta soltanto la corte con il pozzo e gli ambienti che furono della servitù, oggi adibiti a museo del territorio di Piombino e Populonia. Nonostante il degrado che ha subito questo luogo, (il palazzo principesco venne abbattuto per far posto ad una villetta e il cortile è stato asfaltato) dopo qualche restauro è possibile ammirare la facciata della chiesa che sembra davvero la rappresentazione di un tempietto greco, meravigliosamente combinata con un elegantissimo rosoncino gotico.
Non è niente di grandioso e nemmeno di formale, anzi si trova in un posto dimenticato da tutti, ma proprio per questo è semplicemente meravigliosa.



 

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