venerdì 7 dicembre 2012

L'attardarsi del gotico

Ho sempre seguito la mia curiosità attraverso le molte stagioni della storia dell'arte, fino a quando non mi sono reso conto che la cosa stava cominciando ad appassionarmi. Infatti da un certo momento è diventata il mio più grande interesse.
Ho provato anche a ricostruire come fosse andata la cosa e mi sono reso conto che tutto deve essere cominciato sfogliando delle monografie che trovai in casa e che illustravano un po' tutta Firenze.
Libri di grandi dimensioni con immagini grandi, curati da garndi professori (nomi come quello di Paolucci, attuale direttore dei musei vaticani) che mia madre, impiegata della banca, riponeva senza troppa cura nella libreria di salotto.
A loro devo la scoperta di quella stagione che troppo scolasticamente chiamano "tardo gotico".
Che vuol dire "tardo gotico"? per me si tratta del gotico che ha fatto tardi in pieno quattrocento, il gotico a cui Masaccio taglia la strada, inventando una cosa chiamata rinascimento, ma solo per Firenze. Per gli altri, per allora c'è ancora tempo.
In realtà è un momento di massimo perfezionamento di un modo di creare che, raggiunte (anche fisicamente) le vette del cielo, a un certo punto doveva per forza reinventarsi. Gli artisti si concentrarono su una maggiore eleganza delle forme, sulla"preziosità" e sulla natura, rappresentata nei suoi più piccoli dettagli.
Pisanello è il nome che secondo me descrive meglio questo momento, un nome ancora sconosciuto tra chi non si interessa molto di queste cose, ma il cui fascino sta proprio nei disegni preparatori delle sue poche opere rimaste.
Mi colpiscono di lui l'eleganza, la finezza con cui rappresenta la complessità di qualsiasi cosa, compresa quella della natura.




 
 


 



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